Confindustria Ceramica

Forno_articoloAIAdi Andrea Canetti e Andrea Contri14   Novembre   2014

Quando la burocrazia facilita il lavoro delle aziende

La Regione Emilia-Romagna ha adottato, con la delibera n 1159/2014, rilevanti semplificazioni agli adempimenti previsti nelle AIA delle aziende ceramiche.

Allora, a condizione di essere determinati e di volerlo, si può. Ai giornali che sono pieni di storie di ordinaria burocrazia, fatte di orpelli incomprensibili e di procedure infinite, per una volta si può raccontare di una procedura riformata che, ferme restando tutte le prerogative di controllo e di verifica, semplifica gli adempimenti richiesti. Questo è il caso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, meglio conosciuta come AIA, che applicata in ambito ceramico vede, a partire dal gennaio 2015, un alleggerimento del carico burocratico sulle imprese. Un risultato importante ottenuto dopo un lungo confronto tra Confindustria Ceramica e le Autorità competenti, iniziato nel 2012 ai tempi del primo rinnovo delle AIA di settore.

Un risultato possibile grazie ad una autorevolezza che il settore ceramico nel suo complesso ha ottenuto attraverso un’attuazione della disciplina IPPC in Emilia-Romagna condotta con grande rigore, che ha garantito un’elevata accuratezza delle valutazioni tecniche condotte dalle Amministrazioni, un livello di grande completezza degli atti autorizzativi, la piena diffusione dell’applicazione delle BAT (best available techniques) e delle MTD (migliori tecniche disponibili) e la creazione di un sistema organico di acquisizione delle informazioni ambientali rilevanti (il report).
Uno sforzo non indifferente che, dopo l’esperienza quinquennale condotta, ha consentito di cogliere l’opportunità di migliorare l’efficacia e la fruibilità dello strumento autorizzatorio, delineandone meglio i contenuti ed i contorni ed arrivando ad eliminare alcune criticità che si sono palesate nell’esercizio. Tra le novità introdotte l’introduzione di opportuni elementi di semplificazione nella documentazione e nel Piano di Monitoraggio e Controllo; eliminando aspetti che l’esperienza quinquennale ha palesato come non più necessari.
La serietà di azione e di approccio avuto dal settore ceramico, documentata da un apposito studio realizzato dal Centro Ceramico di Bologna che ha elaborato i moltissimi dati raccolti, ha confermato come le performance del settore avessero assunto un carattere “strutturale”, grazie alle tecnologie installate e a pratiche di gestione consolidate.

Il nuovo provvedimento regionale, che accoglie numerose proposte che Confindustria Ceramica aveva avanzato, potrà contribuire a diminuire gli adempimenti in capo alle imprese ceramiche e ridurre i costi diretti ed indiretti associati al Piano di monitoraggio, oltre che a limitare le aree di “rischio penale” per l’impresa collegato a prescrizioni non più insite in AIA. Tra queste vale la pena di ricordare che  la periodicità delle visite programmate di Arpa (a costo dell’impresa) passa da due a tre anni per le aziende che non presentano criticità particolari;  per diversi parametri monitorati nelle emissioni atmosferiche sono state elevate le periodicità degli autocontrolli che l’impresa deve effettuare; in alcuni casi è stato ridotto il numero di parametri da monitorare; sono state previste semplificazioni degli adempimenti di comunicazione per fermate degli impianti di abbattimento. Un insieme di minori adempimenti che rappresenta anche, fattore non trascurabile, un risparmio certo nei costi sostenuti dalle imprese ed una best practice amministrativa di caratura nazionale.

Si apre ora la fase di adeguamento delle AIA esistenti per le aziende, ciascuna delle quali può verificare, rispetto alla propria AIA, quali miglioramenti possono essere utilmente apportati in base alle previsioni della nuova Delibera.
Per confermare, ancora una volta, che se si è determinati e lo si vuole, anche la burocrazia può diventare amica delle aziende continuando a fare in modo efficace ed efficiente il proprio mestiere.