Confindustria Ceramica

Logistica_magazzinodi Andrea Bardi25   Giugno   2014

Le politiche europee e regionali a supporto dello sviluppo della logistica

La pianificazione europea 2014-2020 crea nuove opportunità alle imprese della ceramica

I temi del trasporto e della logistica delle merci rappresentano una parte integrante delle agende politiche di promozione, sviluppo della competitività e innovazione dei sistemi economici europei, con particolare riferimento alle piccole e medie imprese (PMI).
L’attuale fase rappresenta un momento di grande fermento dal punto di vista della programmazione delle nuove politiche per lo sviluppo. La nuova programmazione europea 2014-2020 e in particolare il Piano Operativo Regionale (Por Fesr), di cui la Giunta dell’Emilia-Romagna ha adottato, con deliberazione n. 574 del 28 aprile 2014, una proposta in fase di consultazione pubblica, sono ai nastri di partenza. Per quanto concerne invece il programma europeo per la ricerca Horizon 2020 (Il Programma Quadro europeo per la Ricerca e l’Innovazione che prevede un finanziamento di oltre 70 Mld. € tra il 2014 e il 2020), si sono recentemente selezionati i progetti approdati alla seconda fase progettuale della prima call di programma.


La regione Emilia-Romagna si è storicamente distinta per un pieno utilizzo delle risorse messe a disposizione da parte dell’Europa, ciò anche in virtù di un sistema pubblico e pubblico-privato fortemente orientato ad intercettare opportunità di finanziamento, così come grazie a un sistema produttivo reattivo e sensibile rispetto alle occasioni che l’accedere a tali circuiti offre agli operatori economici.
Rispetto al segmento della logistica regionale, nella sua più ampia accezione, si rileva tuttavia una evidente polarizzazione tra l’attivismo degli attori intermedi (interporti, porto di Ravenna, enti di sviluppo della logistica), insieme ai principali player di settore, e una variegata filiera logistica ancora fragile, ovvero poco internazionalizzata.


Dal momento che l’offerta logistica della nostra regione risponde alle esigenze di flessibilità, ma non a quelle di innovazione espresse dal sistema industriale e alle nuove abitudini di consumo, si è assistito a un progressivo radicamento nella nostra regione da parte di operatori logistici internazionali. Ciò dimostra che la domanda regionale esprime un fabbisogno di logistica evoluta e integrata.
Le basi logistiche regionali degli operatori esteri rappresentano di fatto il “gate” di accesso a un network globale, funzionale ad esportare e importare beni finali, intermedi e di consumo. Ciò al momento non ha generato un effetto trascinamento verso l’alto della filiera logistica locale, al contrario, il trasporto e la logistica regionale rappresentano spesso quella parte di sub-appalto funzionale a fornire un servizio esecutivo continuativo e di qualità, ma evidentemente non in grado di esprimere progettualità e innovazione.
Ciò non è indifferente in quanto come conseguenza non si è generata negli anni una filiera di servizi intermedi di qualità e non si è sviluppato un sistema di competenze diffuso e radicato tale da innescare quella circolarità di funzioni tra industria e operatori logistici spesso in grado di accrescere entrambe le parti, sia quella che fruisce del servizio, sia quella che lo eroga.


Come conseguenza la domanda non coglie le opportunità offerte da una logistica innovativa e integrata, l’offerta è invece asservita al provider estero, interessato a raccogliere le opportunità di business generate dal tessuto regionale ma meno orientato a investire attraverso il dislocamento di risorse di eccellenza.
Tuttavia si rilevano in regione gli elementi embrionali per un salto di qualità. Ciò in ragione di una rinnovata attenzione delle imprese al presidio della logistica dal fornitore sino al cliente, alla capacità di crescita di alcuni operatori tradizionali su segmenti logistici nuovi caratterizzati da una forte esposizione internazionale (è questo il caso del trasporto espresso di pallet), sia infine in quanto alla nascita e crescita di centri di competenze e poli formativi specifici di settore.
La nuova programmazione rappresenta un’opportunità straordinaria per far compiere al sistema in tutte le sue componenti un passo decisivo verso la giusta direzione, facendo crescere da un lato l’offerta locale, dall’altra dando impulso ad un ulteriore investimento da parte di quegli operatori esteri che negli anni hanno localizzato le loro piattaforme in regione.
 

[Andrea Bardi è senior researcher di Fondazione Istituto Trasporti e Logistica]