Confindustria Ceramica

stampa digitaledi Laura Franceschi20   Marzo   2014

Il colore digitale per il terzo millennio

 

L’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha profondamente caratterizzato la rivoluzione digitale legata alla decorazione delle superfici ceramiche.
In una decade si è passati dalle poche unità di stampa, presenti quasi esclusivamente in Spagna e in Italia, alle numerose stampanti diffuse in tutto il mondo. In questo lungo periodo le aziende ceramiche hanno dovuto affrontare una riconversione nel modo di progettare e gestire il colore all’interno del processo produttivo.
Ma non è tutto. Oggi, gli studi legati alla “matericità” ed alla personalizzazione del prodotto stanno ulteriormente trasformando la linea digitale: il 2014 sarà infatti l’anno in cui l’attenzione si sposterà in maniera decisiva sulla digitalizzazione dell’intera linea di smaltatura.


“Stiamo vivendo una fase in cui tutte le applicazioni digitali sono fortemente orientate a dare un ‘senso naturale’ alla piastrella” – spiega Paolo Casarini, project manager di System Group. “Attraverso l’applicazione di smalti ad alto spessore in grado di conferire alle superfici effetti strutturati, lucidi o gloss, ed intervenendo in modo sempre più puntuale sulla trasparenza e l’opacità dei prodotti, desideriamo completare la stampa del decoro. Le continue ricerche e proposte nate dalla sinergia tra colorifici ed impiantisti, si sono tradotte in progetti reali”, continua Casarini. “Dal punto di vista della matericità l’affondante è forse l’unica tecnica che si è fatta spazio nell’ambiente industriale, per la realizzazione di effetti superficiali strutturati. Mentre per quanto riguarda la personalizzazione, la tecnologia digitale ha ‘aperto’ ai nostri laboratori possibilità grafiche e realizzative impensabili fino a pochi anni fa. L’applicazione digitale ha infatti un grosso vantaggio in termini di efficienza e produttività ma è necessario porre sempre molta attenzione al fattore ‘costi’ che oggi incide fortemente sulle scelte produttive e di competitività”.


Dello stesso parere è Paride Pini, presidente di Poligraph, che tiene a precisare come la necessità di arricchire il prodotto dal punto di vista materico abbia “movimentato le linee di produzione delle aziende ceramiche, sempre più improntate alla stampa digitale”. Agli esordi in ceramica della tecnologia digitale, la maggior parte della ricerca grafica era infatti concentrata sulla ‘fotografia’. “Ora invece – racconta il Sig. Pini, – complice il fatto che questa semplicità ha diffuso rapidamente immagini, spesso anche troppo simili da una azienda all’altra, si cerca qualcosa in più, a favore di un prodotto di gamma superiore. Proprio per questo, serigrafie o applicazioni di smalto sono divenuti l’unico punto di forza per le aziende che intendono emergere qualitativamente”. Da quando la tecnica digitale è entrata nel mondo ceramico, le possibilità decorative sono quindi innumerevoli. “Naturalmente quello che ora diventa rilevante è l’evoluzione in termini di qualità: il confronto con le materie naturali, infatti, non si limita alla somiglianza, ma a volte crea una reale difficoltà nel distinguere la piastrella dalla pietra originale - evidenzia Pini. Questo accade perché la superficie data dalla struttura diventa fondamentale per una buona riuscita del prodotto”.


Antonio De Carlo, direttore commerciale Assoprint (SRS), sottolinea poi come “accorciando i tempi e diminuendo i costi di ricerca, la ‘piastrella digitale’ ha già cambiato il percorso dal progetto al prodotto, permettendo uno scambio continuo dalla fase progettuale a quella produttiva e viceversa senza soluzione di continuità. Il miglioramento delle caratteristiche proprie della stampa digitale nel mondo ceramico, sotto il profilo qualitativo e quantitativo – continua De Carlo, è reso possibile grazie all’interscambio fecondo di informazioni, richieste e contributi tra i laboratori e gli uffici tecnici delle quattro componenti che rendono possibile la stampa digitale: macchina stampante, grafica, inchiostri e impianto ceramico. Un processo evolutivo di questo genere è indubbiamente più facile all’interno di un distretto industriale, dove le distanze fisiche tra i vari soggetti coinvolti sono minime”. “La gestione digitale – sostiene De Carlo – per ora confinata alla decorazione, si sta estendendo a tutto il processo produttivo ceramico; mentre la tecnica digitale presuppone un percorso formativo di livello medio-alto del personale tecnico e direttivo aziendale”.


Proprio su questo aspetto si sofferma Marco Ferrari, product manager di Siti B&T. “L’importanza della ricerca volta all’applicazione di effetti materici – spiega – ha seguito due strade. L’inserimento di nuove decoratrici digitali dedicate alla realizzazione di effetti e in grado di sincronizzarsi con le altre tecnologie digitali disposte lungo la linea; oppure l’inserimento di un sistema di controllo capace di coordinare dalle presse alle diverse macchine disposte lungo la linea, sincronizzando le decoratrici tradizionali con nuove decoratrici digitali. Certamente – continua Ferrari – nella progettazione di linee nuove l’idea è collocare solo sistemi digitali in linee più corte e razionali, cercando di diminuire i costi, gli spazi e gestendo con report puntuali ed automatici la produzione. L’ammodernamento di linee esistenti può essere realizzato tramite la sostituzione delle macchine tradizionali con quelle digitali, oppure affiancando le seconde alle prime, il tutto nell’ottica di aumentare il grado di automazione e di sincronismo tra le applicazioni, ampliando le possibilità espressive e controllando i risultati”.


La digitalizzazione dei processi di stampa, tra i molteplici vantaggi produttivi, consente anche un’effettiva riduzione della lunghezza delle linee, facilitandone la gestione attraverso un controllo automatico e ‘scientifico’ dell’operatività. “Alcuni produttori di tecnologia digitale per la ceramica hanno messo a punto nuovi e rivoluzionari macchinari in grado di gestire una smaltatura digitale che, per quanto ci riguarda, sarà sincronizzata con la stampa digitale, racconta Alberto Bassanello, direttore vendite di Durst, e capaci di minimizzare i periodi di downtime e – allo stesso tempo – aumentare l’affidabilità del processo produttivo. La lavorazione digitale della materia, oltre alla creazione di prodotti davvero unici caratterizzati da una personalizzazione dedicata alle esigenze del cliente, offre dunque la possibilità di sostituire costi non controllabili con una gestione sempre più precisa e, quindi, efficiente. Inoltre, l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni ha modernizzato la mentalità produttiva introducendo sistemi dotati di avanzatissime componenti che consentono la produzione di lotti di piccole dimensioni. Le nuove macchine sono quindi caratterizzate da un’alimentazione dell’inchiostro che garantisce importanti vantaggi in termini di stabilità e di contenimento degli sprechi. Mentre la nuova rivoluzione messa a punto dai centri di Ricerca&Sviluppo è caratterizzata dalla presenza di ‘stampanti a spessore’ che, attraverso l’impiego di smalti, conferiscono alla superficie ceramica una matericità on demand”.


“Un nuovo futuro per la tecnologia digitale, rivela Erminio Guiducci, direttore business di Intesa, può nascere dall’attività di ricerca. La tecnologia di applicazione degli inchiostri è sempre stata caratterizzata dall’impossibilità di veicolare attraverso le testine di stampa materia in grado di conferire al pezzo ceramico profondità e corpo. L’esigenza di riproporre materiali ceramici con queste caratteristiche si è tradotto in uno sforzo, che Intesa e il Gruppo Sacmi perseguono da alcuni anni, per la messa a punto di una prima applicazione industriale di una tecnologia dedicata all’applicazione di smalti a base acqua. Grazie a questa tecnologia di stampa, di cui il Gruppo Sacmi detiene la proprietà  intellettuale, possiamo completare il processo di digitalizzazione della linea di smaltatura e decorazione. Le nuove linee produttive saranno contraddistinte dalla presenza di poche stazioni applicative in grado però di gestire in modo sincronizzato l’intero processo di smaltatura e decorazione. Questo nuovo processo produttivo – conclude Guiducci –, che integra i tradizionali sistemi di decorazione ink-jet con le nuovissime applicazioni di smalto, consentirà di impostare i cicli di lavoro in maniera efficace e razionale, assicurando un completo controllo in tempo reale dei parametri produttivi”.


La smaltatura digitale rappresenta quindi la reale innovazione impiantistica che, forte di un intenso percorso di collaborazione che ha convolto tutti i protagonisti della filiera, apre le porte ad una nuova “ceramicità di prodotto” realizzato in una smart factory, capace di controllare i processi e di ottenere una maggiore competitività.