Anche gli investimenti in innovazione tecnologica dell’industria ceramica italiana seguono il filone dell’integrazione tra driver diversi. Dietro a percentuali superiori al 5% del fatturato destinati a nuovi macchinari e nuovi prodotti ci sono strategie integrate di efficientamento nei costi di produzione (sempre più misurati tenendo conto della mutevolezza ed imprevedibilità della domanda) unite a quelle di riduzione dell’impronta ambientale, grazie ad una minimizzazione delle materie prime e delle energie necessarie.
Economia ed ecologia che, sperate vecchie rivalità, oggi marciano a braccetto per costruire la manifattura del XXI secolo.

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