Confindustria Ceramica

Forno_cottura_ceramicadi Simone Ricci12   Dicembre   2014

Energivori, il pasticcio degli oneri elettrici

Per ridare competitività alle imprese finalmente si riducono gli extra oneri pagati in bolletta, ma l’attuazione inciampa su ingiustificate garanzie bancarie.

Nell’ambito della direttiva comunitaria sulla tassazione dei prodotti energetici, è stata adottata anche nel nostro Paese la nuova definizione di “impresa a forte consumo di energia”. La prima applicazione è relativa alla rimodulazione dei criteri di ripartizione degli oneri generali di sistema elettrico (le componenti tariffarie A2, A3, A4, A5, AS). A questo fine si intende per “impresa a forte consumo di energia elettrica” quella che, nell’anno solare di riferimento, abbia utilizzato, per lo svolgimento della propria attività, almeno 2,4 GWh di energia elettrica e che contemporaneamente abbia il rapporto tra il costo dell’energia elettrica utilizzata e il valore del fatturato non inferiore al 2%. La quasi totalità delle imprese ceramiche e dei materiali refrattari registrano un valore dell’indice di intensità elettrica superiore al 2%, mentre per quanto riguarda la soglia di consumo annuo, vi è una limitata fascia di consumo non soggetto all’agevolazione sugli oneri.

A favore delle imprese “energivore elettriche” il Ministero per lo Sviluppo Economico ha impostato una rimodulazione delle componenti parafiscali della bolletta elettrica che supera l’attuale sistema di agevolazioni, basato esclusivamente sui livelli di consumo: in particolare per imprese aventi indice di intensità energetica elettrica compreso tra 2 e 6% viene prevista una riduzione delle componenti tariffarie dell’ordine del 15% (circa 7 €/MWh), mentre per valori di indice compresi tra 6 e 10% la riduzione sale al 30% (circa 15 €/MWh).

Le agevolazioni sono applicate (retroattivamente) dall’1 luglio 2013 e dovevano essere riconosciute nel corso del 2014 con un’anticipazione a marzo e un conguaglio a dicembre. E qui nasce l’inghippo. L’Autorità per l’energia ha istituito, attraverso la Deliberazione 148/14, un sistema di garanzia per il riconoscimento delle anticipazioni. Per svincolare gli importi le imprese dovranno quindi presentare una garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa, che dovrà essere conforme ad un formato tipo definito dalla Cassa Conguaglio Settore Elettrico, ed avere una durata biennale. Solo un terzo degli aventi diritto ha presentato la garanzia sulle anticipazioni. 

Sulle modalità di riscossione dei conguagli 2013 l’Autorità ha anticipato di ritenere necessario estendere il sistema delle garanzia anche a questi. Essa ritiene infatti che fino a che non sia concluso il procedimento in corso da parte della Commissione Europea di verifica della compatibilità della disciplina italiana con le recenti Linee guida sugli Aiuti di Stato (procedura in atto dal 17 aprile scorso), sia necessario procedere a versamenti solo a fronte di fidejussioni, al fine di garantire eventuali obblighi di restituzione. Come se non bastasse, l’Autorità non esclude di riproporre il meccanismo della garanzia anche per l’anticipazione sul beneficio competenza 2014 (che sarà erogata al 31/03/15) qualora non si risolva prima la questione europea.

Confindustria Ceramica ha espresso forti critiche per le modalità attuative introdotte e per l’irragionevole durata delle garanzie richieste, sottolineando l’urgente necessità di radicali modifiche per rendere tali garanzie funzionali alle effettive esigenze di tutela rispetto a erogazioni non dovute, tanto più nell’attuale fase di tensione sulla liquidità per le imprese. 
Anche il Ministero dello Sviluppo Economico, dal canto suo, ha sottolineato all’Autorità per l’Energia come la necessità di tali garanzie sia venuta meno anche a seguito dell’emanazione delle nuove Linee guida europee sugli aiuti di stato che riconosce la possibilità per gli Stati membri di prevedere misure agevolative per le imprese dei settori Energy intensive.
La partita è tuttora aperta, ma le aziende non possono più aspettare inutili e dispendiose lungaggini burocratiche.