Confindustria Ceramica

Stampi e pressedi Alfredo Ballarini22   Aprile   2014

Il bilancio nel settore degli stampisti per ceramica

 

Il settore degli stampisti per ceramica osservato attraverso un rappresentativo campione di 23 società ha diminuito le vendite nel 2012 del 3,38% passando da 96,4 milioni di Euro a 93,2 milioni di fatturato,  riducendo  la redditività lorda operativa (EBITDA) dal 7,14% al 5,11% del valore prodotto, causata dalla  leggera diminuzione del valore aggiunto e dalla maggiore incidenza del costo del lavoro e degli altri oneri di gestione. Il costo del lavoro erode la gran parte del pur significativo valore aggiunto generato ma è anche  opportuno osservare che incidono considerevolmente i costi dovuti al godimento dei beni di terzi, quindi locazioni e affitti in genere; da sola, questa voce, pesa per un 3% del valore prodotto. Un contenimento degli ammortamenti ha permesso di non far andare in negativo l’utile operativo netto (EBIT) che però si assotiglia ad un livello inferiore all’unità percentuale, mentre peggiora la perdita finale di esercizio anche sulla scia dell’incremento degli oneri finanziari. Questo avviene nonostante un modesto rientro dell’esposizione debitoria di finanziamento dovuto soprattutto alla liberazione di circolante (diminuzione di crditi) conseguente al minor fatturato. Nei tre anni si evidenzia una controtendenza tra discesa del peso della posizione finanziaria netta e salita  dei costi della gestione finanziaria; ricordiamo che tale gestione è influenzata non solo dal normale costo del debito ma anche dalla eventuale presenza di proventi e dalla eventuale gestione sui cambi. I crediti nei confronti dei clienti continuano comunque ad evidenziare tempi di incasso elevati rispetto alla media dei tempi di pagamento dei fornitori, problema che, assieme ad un free cash flow in diminuzione, evidenzia la necessità di rivedere nel complesso la gestione della tesoreria e dell’indebitamento in generale.
Statisticamente le previsioni sulla redditività indicano una maggiore probabilità di permanenza  dell’incidenza dell’EBITDA tra il 4,1 ed il 6,2%,  vi sono circa un 43% di probabilità che l’EBITDA si riprenda ad un livello pari o superiore al 6,2% di incidenza sul valore prodotto, ma occorrerebbe uno sforzo di gestione che comunque potrebbe essere reso possibile ed efficace proprio anche da questa discreta predisposizione statistica, mentre sono solo il 3% le probabilità che lo stesso indicatore scenda a livelli pari o inferiori al 4,1%.
Riassumendo idealmente le caratteristiche economico-finanziarie di questo settore  in un valore unitario di rating , valutato con la scala S&P, avremmo secondo calcoli da noi semplificati, un valore BB-.