Confindustria Ceramica

coloridi Alfredo Ballarini10   Febbraio   2014

Il bilancio nel settore colorifici ceramici

Il settore dei colorifici per ceramica osservato attraverso un rappresentativo campione di 24 società ha diminuito le vendite nel 2012 di quasi l’11% passando da 546 milioni di Euro a 489 milioni di fatturato,  dimezzando in pratica la redditività lorda operativa (EBITDA) che scende dal 6,6% al 3,38% del valore prodotto, causata soprattutto dalla maggiore incidenza del costo del lavoro e degli altri oneri operativi meno variabili. Anche gli ammortamenti , mantenuti circa invariati in valore assoluto, erodono margine cosicchè diventa negativo l’utile operativo netto (EBIT)  e, in mancanza di sostegni particolari nelle voci straordinarie, anche il risultato netto di esercizio.

L’esposizione finanziaria rimane equilibrata anche se non trascurabile e da un paio d’anni appesantita nell’infragruppo. Migliora il free cash flow ma la gestione della tesoreria sintetizzata nel grafico, sembra indicare la necessità di una ristrutturazione del time frame delle varie posizioni. Il ciclo finanziario vede un sostanziale pareggio tra i tempi di pagamento ed incasso se consideriamo l’infragruppo, cosa che potrebbe lasciar trasparire qualche problematica a livello di crediti ai clienti.

Statisticamente le previsioni sulla redditività indicano una maggiore probabilità di aumento dell’incidenza dell’EBITDA, che è tanto più realizzabile quanto meno strutturale e quanto più è gestibile la situazione negativa evidenziata nei conti. Vi sono circa un 56% di probabilità che l’EBITDA si riprenda ad un livello pari o superiore al 5,2% di incidenza sul valore prodotto, mentre sono solo il 2% le probabilità che lo stesso indicatore scenda a livelli pari o inferiori all’1,6%.

Riassumendo idealmente le caratteristiche economico-finanziarie di questo settore  in un valore unitario di rating , valutato con la scala S&P, avremmo secondo calcoli da noi semplificati, un valore BB+.