Confindustria Ceramica

showroom commercialidi Alfredo Ballarini16   Novembre   2017

La buona salute delle società commerciali

Il settore delle imprese operative nel trading di piastrelle in ceramica, altrimenti dette società commerciali, osservato attraverso un rappresentativo campione di 57 società omogeneamente presenti nei tre anni considerati, ha aumentato le vendite nel 2015 del +5,10% passando da circa 416 a 438 milioni di Euro di fatturato. Si è consolidata la redditività operativa lorda (EBITDA) da un’incidenza del 6,08% al 6,10% calcolandola in rapporto al valore prodotto. Questa sostanziale invarianza percentuale trova motivo nell’ aumento del valore aggiunto e nel contemporaneo aumento delle voci di costo successive, vale a dire il costo del lavoro e gli altri oneri di gestione. Il fatto che il fatturato abbia mantenuto una buona dinamica di crescita senza che sacrificio nella redditività sembra confermare la forza della domanda sottostante nel mercato di queste imprese. Si ribadisce quanto detto lo scorso anno, ovvero che viene un trend economico di fondo positivo per il settore. Grazie alle contenute variazioni con segno opposto delle due successive voci di costo, gli ammortamenti e gli accantonamenti, si consolida con un leggero aumento anche l’EBIT, margine operativo netto, che porta il suo peso percentuale dal 4,22% al 4,32%. Quasi costanti risultano gli oneri finanziari al netto dei proventi, mentre le imposte aumentano lievemente in valore assoluto, ma diminuiscono la loro incidenza relativa al valore prodotto.
 

La decisa riduzione nella componente dei proventi straordinari fa sì che l’utile finale di conto economico contenga il suo incremento percentuale in un modesto 0,07% in più rispetto all’anno precedente, per un valore finali di 10 milioni di euro passando da un’incidenza del 2,17% al 2,24%. La posizione finanziaria netta rimane ben controllata e contenuta pesando l’11,3% rispetto al fatturato, solo leggermente aumentata dal 10,8% dell’anno precedente. A suo sostegno vi è anche il ciclo finanziario che evidenzia un delta favorevole tra minori tempi medi di incasso (94 giorni) e più lunghi tempi medi di pagamento (123 giorni), con il magazzino che ruota 3,6 volte all’anno. Un ulteriore miglioramento in tale gestione si potrebbe ottenere se aumentassero le disponibilità di medio lungo periodo al di sopra del livello delle necessità di breve termine, mentre in questa situazione si verifica il caso contrario come ben evidenzia il grafico della tesoreria netta (sezione della scheda dell’analisi di settore). Tale figura dovrebbe avere la linea tratteggiata con frecce (disponibilità finanziarie a medio lungo termine), disposta al di sopra dell’area colorata in rosso o grigio scuro se vista in bianco e nero (necessità finanziarie di breve). Statisticamente le previsioni sulla redditività, dopo essere state in parte contraddette quelle dello scorso anno ( le maggiori probabilità prevedevano una diminuzione della % dell’Ebitda, ma non erano trascurabili quelle di un consolidamento) grazie ad una corretta gestione manageriale che ha mantenuto, anziché diminuire l’incidenza del margine operativo lordo sul valore prodotto, ora indicano una maggiore probabilità di mantenimento del peso di tale redditività tra il 5,8% ed il 6,4% del valore prodotto, anche se non sono trascurabili le probabilità di una sua diminuzione al di sotto del 5,8%. Sono dunque simili a quelle viste nel precedente esercizio ma questa volta il maggior peso probabilistico propende per una sostanziale stabilità. Sono invece certamente trascurabili le probabilità di un aumento al di sopra del 6,4% , sempre a parità di condizioni economiche di fondo e di qualità di gestione.
 

Passando ad un’analisi grafica dei dati (si veda il pdf qui sotto), effettuata grazie alla nuova applicazione WI-FROM.exe da noi programmata per analizzare automaticamente in 1 minuto qualunque bilancio depositato in Italia, possiamo velocemente tracciare una serie di figure dalle quali avere ulteriori elementi di giudizio. Il grafico dell’andamento della Struttura Finanziaria permette di meglio valutare l’efficienza dell’impresa e l’equilibrio dello stato patrimoniale. Esso evidenzia come le vendite del settore in analisi, rappresentate dall’altezza del triangolo sulla destra siano superiori al patrimonio investito, rappresentato dall’altezza di tutta l’area rettangolare a sinistra; quindi l’efficienza dell’impresa relativamente all’investimento finanziario compiuto dagli azionisti del settore supera il valore 1, ovvero il comparto fattura più di quanto investe. La questione non è priva di significato: partendo dal presupposto che l’impresa è prima di tutto un investimento dal quale ci si attende un rendimento soddisfacente, i risultati reddituali ottenuti a conto economico in questo caso, grazie all’efficienza maggiore di 1, si amplificano percentualmente se rapportati al capitale investito. I debiti finanziari netti, raffigurati dall’ovale, mostrano di essere contenuti sia rispetto alle vendite che al capitale investito. Il CCN capitale circolante netto (net working capital) del settore è positivo, cioè il rettangolo verde di destra è superiore rispetto al rettangolo verde di sinistra, indicando un equilibrio finanziario nelle scadenze temporali dei debiti (debiti a medio lungo termine superiori agli investimenti a medio lungo termine). La panoramica che emerge a colpo d’occhio anche dal grafico “Come paga? Cioè c’è solidità finanziaria?” la cui “torta” è divisa in un’area rossa pari al 3%, che rispecchia l’insieme dei fattori da migliorare e in un’area verde pari al 97% che invece evidenzia quanto di positivo è stato riscontrato, è di una situazione di tutta tranquillità. Infine il grafico “Come lavora economicamente?” evidenzia una “torta” diversa dalla precedente, con qualche difficoltà in più, in quanto l’area rossa dei fattori migliorabili è pari al 33 ~ 35% mentre quella verde, relativa ai fattori positivi si espande per un 65%: è necessario notare che, trattandosi di un settore commerciale che dispone di minor valore aggiunto di partenza rispetto ai settori produttivi, questo dato va interpretato con più “indulgenza” rispetto al segnale espresso dagli indicatori.
 

Riassumendo idealmente le caratteristiche economico-finanziarie di questo aggregato di imprese in un valore unitario di rating , valutato con la scala S&P ma con elaborazione nostra soggettiva, avremmo secondo calcoli semplificati, un valore che permane al livello A+.