Confindustria Ceramica

06   Dicembre   2016

Quattro personaggi “in cerca” di quattro Lezioni d’autore

Cultura d’impresa per il futuro prossimo: non solo una sfida, ma una sinergia sempre più presente tra industria e mondo “del sapere”

Rodrigo Rodriquez, Francesca Molteni, Vanni Pasca e Chiara Alessi: questi i protagonisti del primo ciclo di conferenze, rientranti nell’ambito del progetto Ceramicland, svoltosi all’interno delle industrie ceramiche del distretto. Quattro personaggi, non sei come nella celebre opera pirandelliana, ma ciascuno di loro con una propria affermata identità, formazione e competenza professionale che, pronti a raccontare le loro preziose esperienze e condividere le proprie riflessioni, sono stati relatori, tra giugno e novembre, di rispettive quattro Lezioni d’autore.
I temi del design e della cultura d’impresa ne hanno rappresentato il filo conduttore, affrontati in un dialogo fra i relatori invitati e Fulvio Irace - professore ordinario della Scuola di Design del Politecnico di Milano, nonchè coordinatore scientifico dell’intera rassegna - nell’intento di esplorare il mondo del made in Italy e attribuire un nuovo ruolo al territorio in cui il distretto è ubicato, valorizzandone anche la “dimensione culturale”.
Organizzate da Edi.Cer. e promosse da Confindustria Ceramica in collaborazione con tutti gli ordini degli architetti dell’Emilia Romagna, coinvolgendo i sette Comuni del distretto e le quattro aziende ceramiche partecipanti sedi degli incontri - Marazzi Group, Casalgrande Padana, Florim e Marca Corona 1741 -, le quattro Lezioni d’autore si sono rivolte principalmente ad architetti e progettisti, ai quali sono stati assegnati tre crediti formativi professionali. Ogni appuntamento ha inoltre previsto soltanto per loro, con attribuzione di due crediti formativi professionali, anche la visita guidata allo stabilimento e allo showroom aziendale della fabbrica ospitante l’evento, a cui poi si è dato seguito alla Lezione presso la Conference Room: ciò a dimostrazione di quanto le fabbriche, da sempre luogo d’elezione del fare divengano ora un luogo-vetrina che abbina fare e pensare.
Ad aprire la rassegna è stata la LezioneUno. Impresa, Cultura e Made in Italy di Rodrigo Rodriquez, ospitata da Marazzi Group presso la storica sede del Crogiuolo a Sassuolo, preceduta dalla proiezione del video celebrativo dell’80° anniversario aziendale.
Rodrigo Rodriquez, direttore generale e amministratore delegato di Cassina dal 1972 - colui che ha condotto l’azienda ad assumere un ruolo leader nell’industria del mobile di design e realizzandone l’internazionalizzazione -, ha raccontato la sua esperienza professionale e il prolifico rapporto creato con designer e progettisti. Fondamentale per l’attività imprenditoriale risulta essere, secondo Rodriquez, l’interazione con il mondo della cultura: uno scambio, un’influenza reciproca capace di dar contenuto al made in Italy, competenza del fare, qualità.
La LezioneDue. Branding e storia d’impresa, svoltasi all’interno della Old House di Casalgrande Padana, progettata da Kengo Kuma - ha visto protagonista Francesca Molteni, componente della famiglia titolare della storica industria di mobili Molteni che nel 2015, in occasione di Expo, ha celebrato gli 80 anni dalla nascita con l’inaugurazione del suo Museo. La realizzazione dell’idea, frutto anche della propria formazione umanistica, è stata alquanto difficoltosa - ha raccontato Francesca Molteni -, sia per le resistenze incontrate in famiglia riguardo la sua promozione, sia per la fatica riscontrata nella ricerca e ricostruzione della storia aziendale. Nel progetto sono state investite ingenti risorse economiche, coinvolgendo per l’allestimento nomi importanti del mondo del design; soltanto quando ne è maturata la consapevolezza si è potuto, però, dar corso alla comunicazione del Museo, inteso non soltanto nella sua valenza storica e documentaristica - che Francesca Molteni ha illustrato mostrando immagini del suo interno -, ma anche quale luogo d’incontro, vivo e fruibile.
L’identità del design, o la sua presunta attuale mancanza, l’avvenuta evoluzione e il proprio generico significato: sono stati questi i temi sul quale Vanni Pasca - architetto, storico del design e professore ordinario presso l’ISIA di Firenze e il Politecnico di Milano – si è interrogato nell’ambito della LezioneTre. Nuove prospettive per il design, svoltasi presso Florim.
La domanda, oggetto di riflessione, ha riguardato l’attuale esistenza o meno del design: ciò che oggi appare è un’estensione talmente vasta delle sue pratiche da aver perso ogni identità, fino a sposarsi con un concetto un po’ generico di progetto tout court, semplice traduzione del termine inglese.
Oggi il design non è più strettamente legato alla progettazione di un oggetto, ma può identificarsi con innumerevoli altre attività connesse alle realtà aziendali, compresa la comunicazione.
Esemplare - ha citato Vanni Pasca - il caso di Florim: l’azienda, sviluppando l’idea di allestire all’interno dei propri spazi un centro sperimentale che promuove ricerca, formazione e simulazione medica, aperto al personale sanitario, ma anche all’intera comunità sassolese per approfondire temi legati alla salute, alla prevenzione e, più in generale, al benessere, ha compiuto un’operazione di design, pronto ad aprirsi verso nuove strade.
Legata alla nuova concezione di design, in particolare a coloro che appartenenti all’ultima generazione vi hanno dato corpo, è stata la LezioneQuattro. Millenials: design e società, tenutasi da Chiara Alessi presso Marca Corona 1741. Giornalista e saggista nell’ambito del design, Chiara Alessi ha recentemente approfondito, attraverso due pubblicazioni, la nuova cultura del progetto in Italia e le sue implicazioni: nel corso della conferenza ha illustrato i risultati della propria ricerca nel mondo dei designer appartenenti alla generazione Millenials.
Analizzando i fatti, accaduti all’interno di una tradizione storica consolidata, i luoghi, ovvero le imprese emergenti, le scuole, gli spazi della comunicazione e il loro rapporto con la rete, i modi nuovi e alternativi di progettazione, e soprattutto i nomi degli oltre duecento designer nati intorno agli anni Ottanta, Chiara Alessi ha tracciato una mappa precisa e aggiornata della nuova scena creativa italiana. Ciò che è emerso, spingendosi poi oltre i nomi noti del design contemporaneo, è quanto sottolinea il titolo del suo ultimo libro pubblicato quest’anno Design senza designer, ovvero un design dopo gli anni Dieci concepito al di là dei singoli nomi tantissimi, ma tutti semplicemente legati a quelle attività - produzione, logistica, distribuzione, comunicazione - indispensabili per il “sistema design italiano”.
Chissà, poi, che una nuova generazione non porti a ulteriori evoluzioni… e chissà che proprio Chiara Alessi non torni ad illustrarle nell’ambito di un nuovo ciclo di conferenze… Sicuramente è ciò che auspicano gli organizzatori, oltre alla presenza di nuovi personaggi - magari sei nel prossimo futuro - “in cerca” di Lezioni d’autore.