Confindustria Ceramica

25   Febbraio   2016

Alternanza scuola-lavoro

Perché è importante collaborare con le scuole?
- Per orientare i giovani alle professioni utili all’impresa
- Per migliorare la preparazione dei diplomati
- Per migliorare la presenza dell’azienda sul territorio
 

I percorsi:


1) Offrire un’esperienza di alternanza scuola-lavoro
L'alternanza scuola-lavoro consiste nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell'istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77
L’alternanza scuola-lavoro richiede una conduzione attenta, che ne valorizzi gli elementi distintivi fondamentali: la scuola è tradizionalmente portatrice di una modalità di formazione centrata sulla trasmissione/acquisizione di conoscenze, mentre l’azienda vede il tirocinio formativo come occasione di esperienza – anche come anticipazione di una possibile assunzione in prova – e dunque come strumento per lo sviluppo di competenze professionali specifiche.
Per i giovani queste esperienze sono particolarmente importanti perché:
1 - permettono di esplorare dall’interno un mondo non conosciuto;
2 - insegnano a muoversi e operare in una situazione nuova, con regole nuove;
3 - rappresentano la prima vera occasione di pensare al proprio futuro professionale come a un insieme di cose da fare, di compiti da svolgere, di risultati da conseguire, di responsabilità da assumere, di relazioni da sviluppare.
L’alternanza scuola-lavoro rappresenta una presa di contatto con il lavoro capace di rafforzare la motivazione allo studio anche per quei ragazzi meno predisposti ad un apprendimento di tipo teorico e può spingerli ad assumere con serietà i propri compiti e le relative responsabilità.
Se ben costruita, l’esperienza porta a riconoscere anche l’utilità delle conoscenze, proprio perché servono "per fare".
Questa consapevolezza può, infine, rifluire a scuola e far vivere anche lo studio come un’esperienza di lavoro: l’apprendimento sul lavoro è una responsabilità personale quindi va inteso come “il lavoro dello studente” e diventa l’obiettivo principale, non più l’effetto di un insegnamento.
 


2) Accogliere gli studenti in visita in azienda
Per molti ragazzi può essere il primo incontro con il luogo di lavoro: non può diventare una specie di gita scolastica. È importante preparala prima, organizzarla bene, progettare l’itinerario. Decidere quali reparti aziendali si potranno visitare, quali lavorazioni vedere e capire, con quali persone parlare. Cominciare sempre con una sintetica presentazione dell’azienda, nell’ingresso o in una sala riunioni e poi proseguire secondo gli accordi presi con gli insegnanti.
 


3) Orientare i giovani al lavoro

Il mondo produttivo è tradizionalmente uno degli attori principali dell’orientamento. È opportuno che le scelte formative e professionali dei giovani trovino un adeguato punto d’incontro con la domanda di competenze delle imprese.
Il primo contributo dell’impresa all’orientamento può essere fornire alle scuole le informazioni essenziali sull’economia locale, sui principali trend che caratterizzano i diversi settori, sul fabbisogno attuale e previsto di figure professionali.
Il punto centrale riguarda però la domanda di competenze, domanda legata alla questione della competitività aziendale e alle strategie di sviluppo, all’innovazione tecnologica e organizzativa.
 


4) Far conoscere l’impresa a scuola

Quando presenta la propria azienda, l’imprenditore o il manager se ne mostra giustamente orgoglioso e tende a evidenziare soprattutto gli aspetti che ne permettono il successo, insistendo sull’innovazione tecnologica, la competitività, l’eccellenza dei prodotti. 
Con la scuola però è più importante far capire come l’azienda funziona, quali soddisfazioni professionali derivano per chi vi impegna le proprie capacità, quali benefici produce per chi ci lavora e per il territorio, la società o l’ambiente. Gli aspetti umani dell’impresa attirano certamente l'attenzione dei giovani, delle loro famiglie e dei loro insegnanti.
Chi ci ascolta? Anche un pubblico adulto di rado ha già una buona conoscenza dell’economia, dell’organizzazione o della tecnologia. Occorre utilizzare il più possibile il linguaggio corrente, raccontare l’azienda, esemplificando ogni tanto con episodi reali.
Gli studenti ritengono in genere più credibili le persone che sono più vicine a loro per età, abitudini e interessi personali: può essere molto utile far intervenire qualche collaboratore giovane e vivace.
 


5) Partecipare al Comitato Tecnico Scientifico dell’Istituto
La recente riforma dell’istruzione prevede che gli Istituti Tecnici possano costituire dei Comitati Tecnico Scientifici (CTS) composti da docenti e da rappresentati del mondo del lavoro e della ricerca, con funzioni di proposta per la programmazione della didattica.
Il CTS può contribuire ad avvicinare scuola e mondo del lavoro operando su diversi fronti:
1.    La definizione della domanda di competenze espressa dalle imprese a cui la scuola può fornire risposta
2.    La proposta di percorsi di apprendimento coerenti con tale domanda, mediante la promozione di attività di alternanza scuola lavoro, di tirocinio, di ricerca e laboratorio
3.    La progettazione di prove di accertamento delle competenze acquisite dagli studenti
4.    La disponibilità di expertise integrative rispetto a quelle già presenti nella scuola
5.    La possibilità di utilizzare le strutture e dotazioni tecnologiche delle imprese o delle università
6.    La partecipazione a progetti di rilievo
7.    L’agevolazione dell’inserimento dei diplomati al lavoro o negli studi superiori
8.    Lavalorizzazione dell’istituto nei confronti dei potenziali iscritti

 

 

6) Presentare le competenze richieste dalle aziende
In tutte le occasioni di incontro descritte finora, il ruolo dell'azienda è quello di aiutare le scuole a preparare gli studenti di oggi a essere lavoratori di domani. Illustrare chiaramente la domanda di competenze dei settori produttivi è un punto cardine della collaborazione fra imprese e istituti formativi.
Si possono trasferire alle scuole le competenze richieste ai diplomati da parte delle imprese:
1.    in occasione di incontri di orientamento
2.    per dare un contributo alla programmazione didattica
3.    per fissare un punto di partenza efficace per i progetti di alternanza
In ciascuna di queste occasioni è importante cominciare con una definizione chiara di cosa le imprese intendono per "competenza" ed essere in grado di illustrare quali sono le competenze più richieste dalle aziende dei diversi settori e per i diversi profili professionali.